50 TOP ITALY, progetto culturale internazionale che mira a diffondere una mappa della ristorazione italiana in  tutto il mondo, in collaborazione con il Consorzio del Prosecco DOC ha avviato un progetto di valorizzazione del Made in Italy negli USA.

“A Taste of Italy in Manhattan” mira a raccontare alcuni dei protagonisti della ristorazione made in Italy della Grande Mela, abbinando la ricetta dei loro piatti simbolo ad un calice dello spumante italiano più esportato e consumato al mondo, ovvero il Prosecco DOC.

Un format di 5 video, con protagonisti cinque chef e ristoratori tra i punti di riferimento del mangiare italiano a New York ed altrettante etichette di Prosecco DOC proposte in abbinamento ai piatti realizzati.

In collaborazione con l’Associazione degli chef italiani a New York.

La pizza di Roberto Caporuscio, Kestè (New York) – Bottega Prosecco DOC Brut “Gold”

La pizza di Pasquale Cozzolino, Ribalta (New York) – Villa Sandi Prosecco DOC Treviso Brut “Il Fresco”

Il risotto al radicchio di Riccardo Orfino, Alice (Manhattan) – Mionetto Prosecco DOC Treviso Brut

La Mameli Cake di Mario Santoro, Cardinali Bakery (Long Island) – La Marca Prosecco DOC Extra Dry

Il Risotto al Prosecco di Raffaele Solinas, Osteria Brooklyn (Brooklyn)

Partiamo da quella che per molti potrebbe apparire un’ovvietà, ma a volte occorre ribadire anche l’ovvio: nel mondo – e soprattutto in Italia – l’alta ristorazione è una sorta di “grande ambasciatrice” dei vini d’eccellenza nostrani, e gioca un ruolo fondamentale nella loro valorizzazione. In tal senso, l’alta ristorazione è uno degli assi nella manica per trasformare la percezione delle bollicine da “vino per la festa” a “vino da tutto pasto”.

Altra ovvietà: chi meglio dell’alta ristorazione stessa può raccontare l’alta ristorazione? Nello specifico, chi meglio dei maître, dei direttori responsabili della sala, dei sommelier, dei manager, o dei proprietari delle strutture può narrare aspetti intangibili eppure imprescindibili quali l’attenzione, l’accoglienza, la cura, che – insieme alla cucina – rendono unica l’esperienza del cliente?

Con l’obiettivo di valorizzare il rapporto tra Prosecco DOC e alta ristorazione, abbiamo realizzato un vero e proprio percorso narrativo volto a valorizzare il vino nello storytelling dei protagonisti della ristorazione d’eccellenza: partendo con Sara Squarzoni, proprietaria insieme al marito Federico Chignola de La Casa degli Spiriti a Costermano sul Garda, in provincia di Verona, un “balcone sul lago” dove godere di piatti che uniscono colori e sapori del territorio sapientemente abbinati al Prosecco DOC.

Passando per GP Cremonini, patron del veneziano Riviera Ristorante per onnivori, nato grazie al suo infinito amore per la città: qui Cremonini accoglie veneziani e ospiti da tutto il mondo, a cui serve con gioia e calore prodotti del territorio, come le seppie della laguna, accompagnati dall’autentico Prosecco DOC. C’è poi Bonny Ferrara, che con lo chef Francesco Sodano gestisce Il Faro di Capo d’Orso a Maiori, nella splendida cornice della Costiera Amalfitana: il piatto che rappresenta la loro nuova cucina italiana è il porro cotto sotto cenere, caratterizzato da un gusto intenso che si sposa perfettamente con le bollicine del Prosecco DOC.

Si torna poi a nord con Ludovica Rubbini, del Sanbrite, a Cortina d’Ampezzoristorante d’eccellenza che ha recentemente conquistato la prima stella Michelin. Non appena varcata la soglia del Sanbrite, è impossibile non respirare l’autenticità del territorio, l’amore per gli ingredienti genuini a Km0, l’ospitalità e percepire l’anima del Prosecco DOC. Gli spaghetti al pino mugo abbinati alle bollicine diventano quindi l’espressione più raffinata di questo scrigno incantevole nel cuore delle Dolomiti, nonché del saper fare dello Chef Riccardo e della moglie e Direttrice di Sala Ludovica. Infine, il Prosecco DOC vola da Quisisana, hotel di altissimo livello nel cuore di Capri, affacciato sul mare cristallino dell’isola campana, divenuto un punto di riferimento per il turismo internazionale. Aldo D’Errico, padrone della sala da ormai 25 anni, racconta che al Quisisana la bollicina preferita è quella dell’Italian Genio, perfetta per l’aperitivo in terrazza e per l’abbinamento con il pesce mediterraneo. E noi, dall’altra parte, pensiamo che non potrebbe davvero essere altrimenti.

 

Il filo dorato e frizzante del Prosecco DOC, riesce a unire luoghi lontani. Ed è il trait d’union fresco, immediato e aromatico per far incontrare in un universo di sapore cinque tipologie di pizze, cinque modi di intendere il disco di pasta lievitata in grado di rendere felici a tutte le latitudini del mondo, cinque interpretazioni che sembrano unirsi nell’idea comune e circolare di pizza gourmet.

Ma non nel senso snob del termine, bensì a sottolineare la ricerca, la peculiarità, la personalità di chi la realizza. Capostipite involontario Renato Bosco a San Martino Buonalbergo (Verona) ha cominciato con Saporé, poi diventato Renato Bosco Pizzeria, che sull’evoluzione della pizza ha saputo costruire il suo impero di meraviglie. “Parto sempre dalla tradizione, perché senza tradizione non c’è innovazione” afferma, ed è difficile dargli torto. Il Prosecco è quintessenza di come la tradizione potente sia stata levigata fino a raggiungere una eleganza immutabile e comune, simile alla continua e profonda ricerca sulla pizza: insieme sanno rappresentare l’eccellenza italiana più autentica, genuina e geniale.

“Pizza gourmet vuol dire che un ristorante ha messo al centro dell’esperienza culinaria la pizza” sottolinea Davide Iannacco di Taverna Gourmet, a Milano, che ci tiene a evidenziare come le ricette di cucina siano una parte portante della sua idea di pizza. Il topping guarnisce ed esalta la ricchezza della ricerca sulle basi, cotte in forno a legna, e che il Prosecco DOC arriva a sostenere in dolcezza e freschezza.

Le bollicine accompagnano anche il gourmet della pizza omonima di Battil’oro, con burrata affumicata, acciughe del Cantabrico, pepe rosa, basilico e olio extravergine di oliva dell’esploratore Gennaro Battiloro, approdato come un moderno Vasco da Gama dopo esperienze all’estero sulle coste di Forte dei Marmi (“per rimarcare l’importanza delle materie prime: terra, grano, sole, tutto quello che serve per creare un ottimo impasto e farcirlo con materie prime selezionate di qualità”).

E c’è sempre il Prosecco DOC a sostenere la pazza idea felice di Aurora Mazzucchelli di Mollica, a Sasso Marconi (Bologna), che da chef stellata ha scelto di investire sui lievitati dando alla pizza un twist personalissimo: un impasto basato sulla pala romana (con crema di cavolfiore tostato, animelle glassate al burro e dorate, e una salsa alla bernese) oppure una focaccia-panino all’orzo tostato imbottita di prelibatezze, un invito al calice “simpatico” di Prosecco DOC che segue la degustazione con le note fruttate. Tutti gli chef della pizza sanno che la migliore bollicina di Prosecco riuscirà a trovare il suo collocamento aromatico-degustativo, esaltando sempre le pizze.

Il nuovo millennio è istigatore di novità e lo conferma Michele Colpo della Premiata Fabbrica Pizza di Bassano del Grappa, che indica Renato Bosco tra i suoi maestri di arte bianca e spinge l’acidulato del lievitato verso estremi piacevolissimi con la sua personale interpretazione. Non dimenticando di sottolineare l’elemento complementare: “La pizza andrebbe sempre degustata con un Prosecco DOC. La bollicina ti accompagna assieme alle pizze”.

Quante e quali forme può assumere la genialità imprenditoriale tipicamente italiana, quell’irripetibile mix di stile, talento, emozionalità e bellezza che costituisce il cuore del Made in Italy? Che domande: le forme attraverso le quali si concretizza il genio italiano sono infinite, molteplici e complementari. Molti hanno cercato di definire e imbrigliare lo stile di vita italiano, senza però riuscirvi: essere capaci di delimitare i confini d’un concetto che porta con sé la ricercatezza, l’attenzione ai particolari e all’originalità, la capacità di saper riconoscere la bellezza e di saperla creare, la gioia di vivere, non è d’altronde affatto semplice.

L’esperienza italiana è un’esperienza soprattutto di di tipo sensoriale, collegata cioè a gusto, tatto, olfatto e udito – ma anche culturale e formativaProsecco DOC ha saputo intuire che sono proprio questi gli aspetti dell’offerta italiana da comunicare e valorizzare, e ha deciso di raccontarli nel progetto #ItalianGenio. Un brand forte come il Made in Italy possiede infatti un asso nella manica non da poco, il fattore emozionale, in grado di evocare nell’immaginario collettivo uno specifico stile di vita, una qualità peculiare dei prodotti e delle esperienze, un certo tipo di suggestioni e di autenticità. È proprio sul fattore emozionale che le aziende italiane che esportano i loro prodotti e servizi nel mondo devono puntare per tradurre l’attrattiva in valore economico concreto.

Facile a dirsi, diranno in tanti, meno a farsi: perché allora non seguire la narrazione di Prosecco DOC, imparando da chi, già da tempo, è stato capace di dar voce alla genialità italiana? Storia, cultura, natura, bellezza e innovazione sono gli elementi che contraddistinguono le nove province di produzione del Prosecco DOC (in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia) e che parallelamente caratterizzano anche le eccellenze imprenditoriali – ossia i vari #ItalianGenio – che si sviluppano in questi territori. Partendo dalla provincia di Treviso con Itlas, azienda di pavimenti prefiniti in legno, che nasce da una scelta molto chiara, per sé e per il consumatore finale: un progetto ecocompatibile di totale garanzia. Passando al vicentino con Arclinea: nata come una falegnameria nel 1925, l’azienda è oggi una realtà virtuosa del settore cucine e arredamenti che fonde estetica, architettura e artigianalità.

Il padovano è presente con Henderson Shoes, un’impresa familiare diventata un marchio della moda italiana esportato a livello mondiale che ha sempre puntato su ingredienti come innovazione e tradizione.

Nel venezianoSlowear è un progetto multibrand che racchiude nel suo nome l’idea di una filosofia “slow” della moda: un marchio d’abbigliamento fiero di mostrare le sue radici locali, pur avendo sviluppato una dimensione globale.

Nella provincia di Pordenone risuona invece l’esempio di Brionvega: azienda di elettronica di design nata in Veneto, spostatasi a Milano, che ha da sempre puntato su personaggi al top dell’industrial design italiano, per arrivare ad avere un radiofonografo tra gli oggetti al MoMA di New York.

Trieste, da una brillante intuizione nasce AREA Science Park, ente che opera nel mondo della ricerca e dell’innovazione a sostegno delle imprese: in tale contesto si sviluppa Cooperativa Primo Principio che – con la sua tecnologia applicata all’agricoltura di precisione – supporta i produttori di Prosecco DOC. L’origine di Moroso s’attesta invece negli anni ’50 a Udine, area fondamentale per il settore del legno e per la produzione di mobilio: originalità, qualità e passione sono i valori che accomunano Prosecco DOC e questa realtà di fama internazionale, che oggi vanta collaborazioni con alcuni dei designer più talentuosi al mondo.

Chiudiamo prima con la provincia di Gorizia, dove il saper fare artigiano di Alto Adriatico Custom trova la sua realizzazione in imbarcazioni create a Monfalcone, polo nautico di lunga tradizione, dai maestri d’ascia Paolo e Odilio.

Infine, ultimo ma non meno importante, il bellunese, in cui spicca De Rigo, uno dei leader mondiali nel design, nella produzione e nella distribuzione di occhiali high-end di alta qualità, e tra più importanti retailer nel campo dell’ottica internazionale.

In alto i calici e buon #ItalianGenio a tutti!

50 TOP ITALY, progetto culturale internazionale che mira a diffondere una mappa della ristorazione italiana in  tutto il mondo, in collaborazione con il Consorzio del Prosecco DOC ha avviato un progetto di valorizzazione del Made in Italy a Ginevra, Svizzera.

“L’Italie à Genève” mira a raccontare alcuni dei protagonisti della ristorazione made in Italy della città elvetica, abbinando la ricetta dei loro piatti simbolo ad un calice dello spumante italiano più esportato e consumato al mondo, ovvero il Prosecco DOC.

Un format di 12 video, con protagonisti 4 chef e ristoratori tra i punti di riferimento del mangiare italiano a Ginevra e 12 etichette di Prosecco DOC proposte in abbinamento ai piatti realizzati.

La Pizza Campese di Kytaly (Genève) – Cantina Montelliana Prosecco DOC Treviso Extra Dry

Pasta alla ventresca di tonno di Kytaly (Genève) – Tenuta Santomè Prosecco DOC Treviso Brut

La Pizza Capricciosa di Kytaly (Genève) – Ponte 1948 Prosecco DOC Rosé Brut Millesimato 2019

La Pizza ai Gamberi di Mazara del Vallo di Luigia (Genève) – Salatin Prosecco DOC Treviso Brut

La Pizza polpo e patate di Luigia (Genève) – La Marca Prosecco DOC Treviso Extra Dry

La Pizza con baccalà mantecato e taralli di Luigia (Genève) – Ruggeri Prosecco DOC Rosé Brut Millesimato 2019

Gli scampi de “Il Lago” Four Seasons (Genève) – Le Contesse Prosecco DOC Brut Nature

I ravioli de “Il Lago” Four Seasons (Genève) – Le Rughe Prosecco DOC Extra Dry

Il carré d’agnello de “Il Lago” Four Seasons (Genève) – Terra Serena Prosecco DOC Rosé Brut Millesimato 2019

La focaccia del Vicolo 39 (Genève) – Masottina Prosecco DOC Extra Brut

I tortelli alla parmigiana del Vicolo 39 (Genève) – V8+ Prosecco DOC Brut Millesimato 2019

Il pesce del giorno del Vicolo 39 (Genève) – Villa Sandi Prosecco DOC Rosé Brut Millesimato 2019

Tutto quello che abbiamo sempre immaginato, o voluto chiedere, sul Prosecco DOC in miscelazione e non abbiamo mai osato chiedere: ci scusi Woody Allen, ma le bollicine sono una cosa seria.

Così si uniscono cinque pezzi da novanta della mixology, in grado di declinare il Prosecco DOC in cocktail che sanno di futuro solido, e e si comprende un lato entusiasmante dell’utilizzo del vino dal perlage fitto ed entusiasmante.

Che siano autoctoni come Samuele Ambrosi del Cloakroom Cocktail Lab di Treviso (dove le bollicine local sono le uniche ad essere in mescita), Max Morandi dell’Ada C. Secret di Padova o Lucas Kelm alla guida de Il Calandrinoa Sarmeola di Rubano in provincia di Padova, o acquisiti conoscitori delle potenzialità del Prosecco DOC come Riccardo Tesini del Killer di Milano e Luca Menni direttamente dal Move On di Firenze, tutti i bartender interpellati concordano su un dettaglio: il Prosecco DOC riesce a dare quel tocco di piacevole acidità (“essendo un fermentato di vino” come sottolinea Tesini) in grado di rendere sempre più piacevole, bevibile e apprezzabile qualunque drink.

Che lo accosti a parti amaricanti o alla dolcezza taki dell’ananas, alla delicata essenza floreal-rilassante della camomilla o alla seducente rotondità del lampone, il Prosecco DOC va costantemente a segno, sottolineando le soavi macerazioni padovane rinvigorite dal succo d’arancio, reinterpretando il più classico dei drink da aperitivo, lo Spritz, in chiave floreale con St. Germain, fiori di sambuco e soda come avviene al Calandrino, o accompagnandosi all’acidulo stimolante del melograno, alla pulizia dolce dello sciroppo di miele salato all’ombra del Battistero di Firenze. Un viaggio geniale tra le diverse interpretazioni felici dell’unicità del Prosecco, fuori e dentro il territorio, supremo Italian Genio in grado di segnare il passo anche in versione miscelata.