Nuova vittoria della DOC Prosecco

 

Il Consorzio da anni ha messo in campo tutte le misure necessarie per proteggere la Doc Prosecco nel contesto globale al fine di difendere il nostro vino da contraffazioni, evocazioni e tentativi di sfruttamento della notorietà, assicurando la protezione esclusiva della Doc Prosecco in molti Paesi fra i quali anche quelli interessati da vendite di vini denominati “prosecco” di provenienza australiana, quali la Nuova Zelanda (che assorbe circa l’89% dell’export di questo vino) Singapore, Giappone, Tailandia e Malesia.

In questo contesto è stata determinante anche la collaborazione con la Commissione Europea che ha siglato importanti accordi bilaterali con paesi terzi, nell’ambito dei quali la Doc Prosecco è stata protetta, fra i quali quello di partenariato economico tra Unione Europea e Giappone.

Nel novembre 2023 sono state trovate in vendita in Giappone alcune etichette di vini denominati “prosecco” di provenienza australiana ed è stato questo il banco di prova per testare la solidità della protezione della nostra denominazione nel Paese nipponico.

Grazie alla collaborazione della Commissione Europea e delle autorità giapponesi è stata bloccata la commercializzazione del vino australiano e prese misure precauzionali affinché la protezione non venga violata ancora in futuro.

Questo risultato si aggiunge ad altri simili ottenuti in Cina e India, Paesi dove la Doc Prosecco è riconosciuta, entrambi interessati in passato da tentativi di vendita di vini australiani denominati “prosecco”.

L’impegno di tutta la filiera produttiva, dai viticoltori agli imbottigliatori, ha permesso al Consorzio di ottenere questi risultati. La qualità della denominazione nasce dal lavoro quotidiano di ognuno, ricco di passione e determinazione. Ecco ciò che ha reso il Prosecco uno dei vini più famosi al mondo.

 

Qual è l’ultima cosa per cui hai festeggiato?

Ce lo chiede Prosecco DOC, attraverso l’artwork dell’artista Greg Goya in un’attivazione ad hoc per la prossima Milano Design Week a Milano.

Se c’è una cosa che Milano sa fare alla grande, oltre alle sfilate di moda e all’espresso da 1 euro, è celebrare. E cosa c’è di meglio se non cominciare la settimana più attesa dell’anno nel capoluogo meneghino con un bicchiere di Prosecco DOC in mano? Quest’anno, la Milano Design Week si prepara a essere invasa da bollicine, design e musica, grazie a SPARKS by Prosecco DOC.

Dal 15 al 21 aprile, il Consorzio Prosecco DOC trasformerà via Statuto 4 nel quartiere di Brera in un’oasi dorata dedicata alla convivialità e alla creatività. Un bar customizzato, di 80 metri quadri, sarà l’epicentro delle contaminazioni tra arte, vino e design, accogliendo visitatori e amanti delle bollicine italiane in un’atmosfera scintillante e raffinata.

SPARKS by Prosecco DOC non è solo un’occasione per sorseggiare le bollicine più amate d’Italia, è un vero e proprio progetto pensato per celebrare l’estro italiano, quello che noi chiamiamo l’“Italian Genio”. E chi meglio di un talento emergente come Greg Goya per farlo? Le opere del celebre street artist torinese, famoso per le sue performance ludiche e provocatorie, che invaderanno le vetrine del locale, portando una ventata di freschezza e riflessione sulla celebrazione e sulle emozioni che ci legano.

Il Presidente del Consorzio Prosecco DOC, Stefano Zanette, non poteva essere più entusiasta di questa collaborazione: “SPARKS by Prosecco DOC è il nostro modo di essere presenti in una settimana così importante per Milano, un’occasione per celebrare la creatività, il design e tutto ciò che rende il nostro Paese così speciale. E che modo migliore se non con un sorso di Prosecco in mano?”

Greg Goya, nel creare l’opera che prenderà vita in via Statuto, si è ispirato ai momenti più intimi e sognanti, é come se guardasse attraverso le finestre illuminate della città, cogliendo quegli attimi di gioia, di festa, di condivisione. Perché alla fine, è proprio questo che conta, no? Con chi vuoi brindare quando sei davvero felice?

Quindi, se vi state chiedendo qual è l’ultima cosa che avete festeggiato, beh, la risposta è facile: dovete solo fare un salto da SPARKS by Prosecco DOC e lasciarvi conquistare dalle bollicine, dal design e dalle emozioni che solo il vero made in Italy sa regalare.

SPARKS by Prosecco DOC vi aspetta tutti i giorni dalle 11:00 alle 21:00. Non mancate all’appuntamento con il genio italiano, la condivisione e un buon bicchiere di Prosecco DOC!

 

In degustazione il Prosecco DOC e il Prosecco DOC Rosé delle aziende: Antonio Facchin & figli, Cantine Maschio, Italian Wine Brands, La Delizia, Ponte 1948, San Simone, Serenawines 1881, Sui Nui Spumanti, Villa Sandi

Semplice, ma non facile. Lo spritz è la risposta alle giornate pesanti e ciò che si ordina dopo il lavoro per l’aperitivo. Uno spritz e la giornata può dirsi conclusa per accogliere la leggerezza della sera e del tempo libero.

Erano i primi anni del Novecento quando a Venezia prendeva forma lo spritz, nome che rimanda al termine tedesco spritzen, spruzzare, ossia allungare il vino con l’acqua frizzante. Successivamente nel padovano si aggiunse la componente amara del bitter (anche se non c’era un marchio di preferenza ma ci si affidava alla disponibilità dell’osteria o del bar): Select a Venezia, Aperol a Padova ma anche China Martini, Cynar o Campari.

Fino agli anni Novanta la base era semplice vino bianco, sostituito dopo quella data con il Prosecco.

Nel 2011 l’IBA ufficializza il cocktail prima con il termine “spritz veneziano” poi semplicemente spritz.

Tre ingredienti di base, Prosecco, Bitter e soda, lo spritz è il cocktail per antonomasia, al pari di Negroni e Americano, ma è facile sottovalutarne la preparazione e incappare in errori che lo renderanno un miscuglio alcolico di dubbio gusto privando il momento dell’aperitivo del piacere di bere bene.

Ecco quindi gli errori da non commettere quando si decide di preparare uno spritz.

Prosecco, Bitter, Soda

Gli ingredienti non possono essere messi a casaccio ma richiedono un ordine preciso: prima il Prosecco, successivamente il bitter e a conclusione la soda. A Venezia si è soliti utilizzare la regola “3,2,1” con tre parti di vino, due di bitter e una di soda mentre a Padova si semplifica scegliendo la formula di un terzo per ogni ingrediente. Ma l’ordine degli addendi, in questo caso, non può essere cambiato altrimenti il risultato cambierà eccome.

Non un bicchiere qualunque

Una regola sola: nonostante lo spritz venga servito in numerosi bicchieri, calici e chincaglierie il bicchiere migliore per servirlo è l’old fashioned, un tumbler basso ideale per servire liquori “on the rocks” e cocktail con pochi ingredienti. Le coppe possono risultare più accattivanti ma no! Non si usano. Il caso è chiuso.

Il ghiaccio, sempre

Come tutti i long cocktail anche lo spritz prevede una generosa dose di ghiaccio che va messa come primissimo ingrediente e che, soprattutto, non può essere diminuita o eliminata. Lo spritz è un drink leggero, amabile, che trova nella sua freschezza una caratteristica di forza. Quindi non si può eliminare e non è un trucchetto del barista per annacquarvi il cocktail. È una regola e va rispettata.

 

Il nuovo cortometraggio del Consorzio Prosecco DOC, intitolato “INSPIRED BY THE CLASSIC, MOVED BY THE FUTURE“, offre uno straordinario viaggio attraverso il tempo e lo spazio, incanalando la bellezza intramontabile del classico verso un futuro dinamico ed entusiasmante.

Questa opera cinematografica, curata dalla maestria del regista Carlo Guttadauro, trasforma Villa Contarini, gioiello del Veneto barocco, in un labirinto scenografico dove il classico si fonde con il contemporaneo.

Attraverso la danza classica e l’arte del parkour il cortometraggio ci invita a esplorare la convergenza tra ispirazione e azione, rivelando che il classico è il trampolino di lancio per una visione futuristica.
Questa interazione tra il classico e il contemporaneo crea uno spazio di sperimentazione e innovazione, dimostrando che l’ispirazione tratta dal classico diventa il motore propulsivo per un’azione dinamica e avveniristica. In questo connubio, il cortometraggio esplora la tensione creativa tra il passato che ispira e il futuro che guida l’azione, suggerendo che è proprio nella fusione di questi due elementi che si manifesta la bellezza senza tempo.

La protagonista di questo suggestivo viaggio è Virna Toppi, la prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano. Con la sua grazia e la sua abilità, Virna danza nella Sala degli Specchi di Villa Contarini, illuminata da luci metafisiche, creando un connubio perfetto tra il classico e il contemporaneo. Il cortometraggio ci invita a riflettere sul concetto di ispirazione, che, come afferma il progetto, è l’istante in cui la bellezza si manifesta improvvisa e accende il nostro entusiasmo.

La scelta di Virna Toppi come protagonista non è casuale. I suoi gesti armonici e il movimento graziato del suo corpo incarnano la bellezza della danza classica, che diventa fonte d’ispirazione. La sala degli specchi diventa il palcoscenico dove il classico si offre in modo sinuoso e sensuale, con curve e pieghe che emanano un’energia armonica, una variazione d’andatura che restituisce la bellezza come grazia in movimento.

Virna Toppi

Accanto a Virna, compare Davide Garzetti, il traceur, un praticante di parkour. In una porta incorniciata di stucchi, immobile, osserva la danza, introducendo un elemento non classico che si nutre del classico. Il cortometraggio esplora il confine tra la danza classica e il parkour, creando uno spazio inedito e misterioso per la relazione tra i due protagonisti. L’accostamento tra queste due forme d’arte aggiunge sfumature e novità al progetto.

Davide Garzetti

Il viaggio tra la danzatrice e l’atleta si snoda attraverso luoghi iconici, come Venezia e le fondamenta della Giudecca. Qui avviene una trasformazione estetica sorprendente: la ballerina, avvolta in una luce diafana, si trasforma in un cigno nero. Il designer costumista Salvatore Vignola contribuisce a questa metamorfosi con un tutù nero ricoperto di paillettes che rifrange la luce, accentuando il movimento della danzatrice. Il tocco grintoso e gotico di Cinzia Trifiletti nell’hair e make-up completa l’immagine.

Il cortometraggio raggiunge il suo apice su un ponte di ferro in Giudecca, dove i confini svaniscono, e i protagonisti, ora liberi da schemi predefiniti, celebrano un accordo segreto. La fusione tra classico e contemporaneo diventa evidente, sottolineata dal brindisi sulla terrazza affacciata sul Canal Grande.

Le bollicine di Prosecco DOC, simbolo di raffinatezza, conoscono il potere di un’ebbrezza che ci fa sognare, regalandoci momenti di pura leggerezza.

Il cortometraggio diventa così una rappresentazione visiva della filosofia del Consorzio Prosecco DOC: uno slancio moderno che trova nel passato le sue radici e nel futuro le sue sperimentazioni, di come il classico si trasformi da elemento di ispirazione a catalizzatore di azione.
Senza dubbio, è attraverso queste sperimentazioni che si può veramente comprendere e apprezzare la bellezza intrinseca del Prosecco DOC.

 

Guarda qui il cortometraggio:

 

 

A Singapore viene riconosciuta l’Indicazione Geografica

Un grande successo per la tutela internazionale della Doc Prosecco che ora può vantare, fra le molte protezioni, anche quella a Singapore.

La vicenda ha inizio nel 2019 quando il Consorzio ha deciso di proteggere la Doc Prosecco in questo Paese alla luce dell’introduzione della nuova normativa che consente la registrazione delle Indicazioni Geografiche (IG).

La domanda del Consorzio per la registrazione della Doc Prosecco, dopo essere stata accolta dall’Ufficio per la Proprietà Intellettuale di Singapore (IPOS), ha subito l’opposizione di Australian Grape and Wine Inc. (AGWI), organizzazione che rappresenta i produttori di vino australiani.

L’opposizione è stata rigettata e AGWI ha proposto quindi appello, ottenendo una decisione favorevole, a sua volta impugnata dal Consorzio avanti la Court of Appeal di Singapore, massimo grado di giudizio in questo Paese.

La Court of Appeal ha emesso oggi la decisione finale che è favorevole al Consorzio.

Questo pronunciamento sancisce in maniera incontrovertibile che Prosecco è una IG italiana protetta anche a Singapore, raggiungendo in questo modo una tappa cruciale nella tutela internazionale della nostra denominazione anche nei confronti dei produttori australiani. Ancora una volta, come già accaduto in Cina, AGWI vede fallire i propri tentativi di ostacolare la protezione della Doc Prosecco.

Questa decisione assume un valore ancor più significativo per tutto il sistema delle IG se si considera che è la prima volta che la Court of Appeal di Singapore decide in materia di protezione di Indicazioni Geografiche.

A questo importante traguardo hanno collaborato con grande supporto anche la Commissione Europea, la rappresentanza della Commissione Europea a Singapore e l’Ambasciata Italiana a Singapore.

“Non posso che esprimere, a nome del nostro sistema produttivo, tutta la nostra soddisfazione – commenta il Presidente, Stefano Zanette – per il risultato raggiunto. Un risultato che premia il lavoro pluriennale che il nostro Consorzio porta avanti a livello comunitario, nazionale e internazionale. Un’attività per la quale mi sento in dovere di ringraziare la nostra squadra e i legali dello studio Bird&Bird che ci hanno assisto sia dall’Italia che a Singapore”.

“Un risultato che, dopo l’udienza dello scorso agosto, aspettavamo con ansia – commenta il direttore, Luca Giavi – nella consapevolezza che la controparte non era stata in grado di apportare alcun elemento oggettivo a supporto della propria tesi, ovvero che il riconoscimento della nostra Denominazione avrebbe potuto confondere il consumatore di Singapore”.

“L’estensione della protezione della Denominazione a livello internazionale non si fermerà di certo qui – commenta Alessandra Zuccato, responsabile dell’ufficio legale del Consorzio – dopo aver coperto i principali mercati, abbiamo già pianificato nuove registrazioni in paesi emergenti, particolarmente rilevanti dal punto di vista turistico, e nelle nazioni in cui la normativa sulle IG è di recente introduzione”.

L’ispirazione è l’istante in cui la bellezza si manifesta improvvisa e accende il nostro entusiasmo.

Essere ispirati significa proiettare il nostro respiro in alto, inspiratio onis; significa trascenderci e anelare verso il respiro divino, per coglierlo e portarlo sulla terra.

Nel suo progetto INSPIRED BY THE CLASSIC, MOVED BY THE FUTURE il Prosecco vuole comunicare che il classico è ciò da cui trae ispirazione, ma è il futuro ciò che ne guida l’azione.

Così, Villa Contarini, reggia del Veneto barocco, a Piazzola sul Brenta, diventa per il regista Carlo Guttadauro un labirinto scenografico ideale. Tra ambienti e dettagli preziosi e luci metafisiche, la fotografia di Anam Cara, seguita con dedizione dall’occhio attento di Thomas Guttadauro vuole esplorare il movimento estetico e graziato della danza di Virna Toppi, prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano. I suoi gesti armonici, le movenze del suo corpo intraprendono una danza nella Sala degli Specchi. Il classico che ispira è già lì nel suo modo di offrirsi, sinuoso e sensuoso, con le sue curve e le sue pieghe e quell’energia che da Virna promana come una variazione armonica d’andatura, come un intreccio che si tiene insieme, piegato e ripiegato mentre si spiega restituendoci la bellezza nel suo statuto operativo come grazia in movimento, come armonica sospensione e levità.

Dietro di lei, in una porta incorniciata di stucchi, Davide Garzetti, il traceur, porta con sé un’altra storia, non classica, ma che del classico si nutre: immobile, osserva la danza. Il traceur traccia percorsi lineari, che dal corpo traggono slanci e tensioni muscolari per compiere giochi performativi.

Guarda il teaser “L’incontro”:

Nel campo che si dispiega tra la danza classica e il parkour, i confini svaniscono e si apre uno spazio inedito e misterioso per la relazione. L’ebbrezza del sogno diventa anticamera dell’ispirazione. L’accostamento tra danza e parkour è inedito e per questo ricco di sfumature e novità. Il viaggio tra la danzatrice e l’atleta tocca Venezia e le fondamenta della Giudecca.

Qui, come per magia, si compie una trasformazione estetica: la ballerina, che dapprima riluce di una luce diafana, si trasforma in un cigno nero.

Tale operazione registica è affidata al designer costumista Salvatore Vignola, che con maestria costruisce un manufatto scultoreo di rara bellezza: un tutù nero ricoperto di paillettes fa sì che la luce si rifranga sul corpo della danzatrice, accompagnandone il movimento. A Cinzia Trifiletti è affidato l’hair make up, dal carattere grintoso e di ispirazione gotica.

Su un ponte di ferro in Giudecca i due si incontrano in una sorta di conciliazione, di accordo segreto. I confini svaniscono, i luoghi che essi frequentano sono flashback, momenti della memoria, ora c’è il presente ed è nuovo: si può finalmente giocare col classico e col contemporaneo, rintracciando in essi la scintilla della modernità che è l’attualità, il luogo in cui passato futuro sono in tensione.

Guarda il teaser “L’ispirazione”:

I due possono finalmente concedersi il lusso di brindare in una terrazza affacciata sul Canalgrande e la location su cui vengono girate le scene del brindisi è il Sina Centurion
Palace. Le bollicine di Prosecco DOC conoscono il potere della lucida ebbrezza che ci fa sognare, donandoci momenti di pura leggerezza.

Prosecco DOC è questo slancio moderno che sa trovare nel passato le sue ragioni e nel futuro le sue sperimentazioni.

Del resto, senza sperimentazioni non sapremmo cosa sia la bellezza.

Prosecco DOC, ispirati dal classico, mossi dal futuro

 

Guarda il trailer ufficiale:

 

Che ne dite di compiere un salto verso il futuro situandoci nel prossimo istante fino a sentire che l’energia vitale e l’energia di movimento scorrano in noi trascinandoci in avanti?

Per saltare nel futuro serve un atteggiamento sperimentale, dobbiamo aprire gli occhi, muovere il corpo per situarci in modo nuovo.
Il parkour, o Art du Déplacement (arte dello spostamento) è libertà di movimento al fine di superare con fantasia e tecnica ogni ostacolo si presenti nel suo tracciato, avvalendosi di corsa, arrampicata, oscillazione, volteggio, salto, rotolamento…Il parkour nasce nelle periferie francesi espandendosi in tutto il mondo. I valori che guidano il traceur sono il rispetto dell’ambiente,  degli altri e di se stesso ma anche la forza e il coraggio.

In occasione del nuovo video che vuole raccontare il Prosecco DOC e il suo metodo moderno, il regista Carlo Guttadauro insieme a Thomas Guttadauro e ad Anam Cara, filosofia dell’immagine, lavora con un giovane atleta di parkour, Davide Garzetti, studiando inedite interrelazioni tra il movimento del traceur e gli spazi territoriali del Prosecco DOC: una cantina nel trevigiano, vigneti friulani, Venezia, le Dolomiti diventano l’ambiente in cui saltare, rotolare, volteggiare.

Il movimento del parkour e il movimento della camera si installano insieme in un gioco ininterrotto di sguardi che sorvolano le vigne del territorio, scrutano gli acini di Glera, si muovono planando nelle vasche di fermentazione di una moderna cantina. L’inconscio ottico di Anam Cara esplora il movimento interno guardando in modo inedito le bollicine disegnare mondi e dialogare con l’esterno per portare a unità il movimento che li attraversa e sperimentare una festa inedita.

Prosecco DOC è questa festa in movimento che coinvolge un grande territorio di 9 province situate tra il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia, è libertà di viaggiare, saltare nel futuro, comunicando il suo metodo moderno.

Essere moderni è essere attuali, nel qui e ora, in questo spazio tempo.

Jump into the future è un invito al movimento, alla libertà creativa che il genio italiano incarna da sempre.

Jump in the future è un invito a vivere i nostri luoghi quotidiani con vivacità e intelligenza, rileggendo il mondo con occhi nuovi e trovando analogie tra quello che il nostro corpo può fare e un buon calice di Prosecco DOC.

Prosecco DOC, JUMP INTO THE FUTURE.

E’ boom di pink bubbles! La sete per le bollicine rosate italiane mette d’accordo i consumatori di tutto il mondo – dagli Stati Uniti alla Germania e al Regno Unito, fino all’Estremo Oriente – e conferma come la nuova proposta abbia conquistato i palati e i gusti di molti e soprattutto superato ogni aspettativa. Il Prosecco DOC Rosé sta registrando numeri da capogiro nell’ultimo anno e sta letteralmente segnando il trend del mercato dei vini spumanti, che pare non volersi fermare, ma è in costante crescita. Un futuro più rosé-o che mai!

L’eleganza e il profumo floreale sono le caratteristiche che lo rendono così accattivante,  ma non solo, inconfondibile è  anche il suo perlage fine e persistente, il gusto morbido e rotondo, ben strutturato. Sono queste particolarità a rendere unico il Prosecco DOC Rosé, frutto, oltre alla classica uva a bacca bianca tipica del Prosecco – la Glera –, anche di una percentuale di Pinot Nero, vitigno internazionale particolarmente vocato per la spumantizzazione. Sono quattro le tipologie disponibili del Prosecco DOC Rosè, solo nella versione spumante: brut nature, extra brut, brut ed extra dry. La rifermentazione avviene in autoclave secondo il metodo Charmat e rispetta una durata minima di 60 giorni, dopo di cui avverrà l’imbottigliamento.

Un sodalizio di successo tra i due uvaggi, dunque, che vede la sua prima storica annata nel 2020 con una produzione di oltre sedici milioni di bottiglie. Immesso nel mercato verso la fine di uno degli anni più complessi per il commercio, il Prosecco DOC Rosé ha raggiunto lo scorso anno la quota di produzione di oltre 70 milioni di bottiglie, numeri incredibili per un nuovo prodotto da poco immesso nel mercato.

Un fenomeno inarrestabile che sta trainando tutto il settore dei vini rosati italiani, che in parte, sono ancora alla ricerca di una vera e propria identità.

A tal proposito, la ratio che ha portato alla nascita di questo prodotto, sviluppato e seguito da uno studio condotto dal Consorzio nel 2018, è che risultava ancora molto confusa la percezione del consumatore nei confronti degli spumanti rosati, per questo motivo è nata l’esigenza di fare chiarezza. E’ così che il Consorzio ha deciso di uniformare e regolamentare la produzione, garantendo al consumatore uno Spumante Rosé di qualità e di origine certificata, identificandolo con il territorio di produzione e rendendolo riconoscibile. L’Art. 2 del Disciplinare di produzione della denominazione di origine controllata dei vini “Prosecco” riporta che: “La tipologia spumante rosé prevede la seguente composizione di varietà di viti: Glera minimo 85%, massimo 90%; Pinot nero vinificato in rosso minimo 10%, massimo 15%. Detta composizione permette di ottenere la colorazione ‘rosé’”.

Non solo una moda quindi, ma un vero simbolo lifestyle: qualità ed eleganza, in primis, ma anche divertimento e convivialità sono i pensieri che il consumatore associa al Prosecco Rosé: “Se questo trend continua, possiamo azzardare che presto il Prosecco Rosé costituirà circa il 90% dell’intera produzione di rosati italiani afferma il Consorzio di tutela che da Treviso gestisce un colosso enologico con oltre 24mila ettari di vigneti, 11mila viticoltori e 1.169 aziende vinificatrici in grado di mettere sul mercato oltre 600 milioni di bottiglie per un giro d’affari che supera i 3 miliardi di euro, realizzati per il 78% all’estero.

Sicuramente la combinazione del trend del Prosecco con il trend del rosé è stata a tutti gli effetti vincente, rendendolo un vino giovane e desiderabile. I più grandi amanti del neonato vino, infatti, sono proprio i millennials, perché si riconoscono in una proposta che li rappresenta ed è adatta ad ogni occasione. Un vero e proprio fenomeno, quello del Prosecco Rosé, che ha attirato le attenzioni di tante star e personaggi famosi, come la cantante pop Kylie Minogue, a tal punto che è stata una delle prime a voler creare il “suo”  Prosecco DOC Rosé in collaborazione con la cantina veneta Zonin.

Un interesse nei confronti di questa bollicina rosa che sembra non volersi fermare, dimostrandosi sempre di più tra un pubblico internazionale soprattutto femminile, nel quale si riconosce per le sue peculiarità e caratteristiche. Il lancio del Prosecco Rosé ha rivoluzionato anche il modo di percepire il Prosecco, in positivo. La percezione di maggiore qualità e valore è nettamente cresciuta, posizionando questo vino su una fascia medio alta. Non chiamatela puramente una mossa di marketing però, nonostante abbia rimesso il mondo del Prosecco sotto la lente di ingrandimento dei suoi appassionati e del mondo del vino in generale, dando beneficio all’intera denominazione. Questa nuova e attesa percezione nei confronti del Prosecco ha portato ad una maggiore valorizzazione del territorio trevigiano e del suo grande patrimonio enogastronomico, che è arrivata alle orecchie e ai palati di molti Paesi del mondo in una nuova e attesa declinazione.

Un vero e proprio cambio di paradigma, ha fatto sì che da simbolo lifestyle, il Prosecco oggi sia ricercato e apprezzato non solo per la qualità ma anche come ambasciatore di una tradizione ben radicata e portavoce di un territorio ben definito, in Italia e nel panorama internazionale.

Un viaggio nella nostra adorata bollicina : il Prosecco DOC

Il Prosecco è uno dei vini frizzanti più famosi ed apprezzati a livello mondiale, e non è per niente sorprendente: è perfetto all’aperitivo, si abbina facilmente a moltissimi cibi ed e superbo da bere da solo, in santa pace. Il Prosecco ha avuto una così grande risonanza che lo scorso anno molti produttori ci parlavano di scarsità globale, che paura!

Inutile provare a descrivere che vita triste sarebbe la nostra (e la vostra) senza Prosecco, ma molto utile invece scoprire qualche chicca sulla bollicina che sta piano piano riscrivendo la storia della viticoltura italiana.

Sedetevi e rilassatevi mentre cominciamo questo viaggio nelle terre dello spumante italiano più amato al mondo, e perché no, nel mentre vi consigliamo un calice di Prosecco DOC bello fresco, così da immergervi totalmente in questo racconto.

… era un giorno di sole in Friuli Venezia Giulia

Correva l’anno 500 circa in Friuli Venezia Giulia, e nonostante l’Italia fosse molto diversa da come è oggi, il clima e la biodiversità non sono poi tanto cambiati.

I Romani, che già andavano pazzi per il Pucino (castellum nobile vino Pucinum, che all’epoca non era ancora spumante ma fermo), vino che veniva prodotto nella zona, scrivevano poemi e sonetti su quanto amavano il vino; Emblematico è l’esempio di Plinio il Vecchio; e poi, a quanto pare, il Pucino era il vino preferito dell’Imperatrice Livia (moglie di Augusto).

Il Prosecco DOC, vino che abbiamo imparato ad amare, ha cominciato ad essere prodotto nel modo moderno solo nel diciannovesimo secolo, rendendola una delle nostre più grandi “scoperte” enologiche. Porta questo nome proprio grazie a Prosecco, piccola cittadina vicino  a Trieste.

L’area del Prosecco DOC, che copre 9 province tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, è l’unica zona al mondo in cui può essere prodotto. È un epitome di qualità. La denominazione è una sicurezza sia di provenienza che di qualità del prodotto, in quanto per ogni bottiglia i vignaioli della zona seguono determinati standard e protocolli, secondo regole scritte nel Disciplinare di Produzione.

Le 9 province del nord-est Italia in cui può essere prodotto il Prosecco sono: in Veneto, Venezia, Vicenza, Padova, Belluno e Treviso; invece in Friuli Trieste, Udine, Gorizia ed infine Pordenone.

Ma cos’è il Prosecco?

Per metterla giù in maniera semplice semplice, il Prosecco è uno spumante prodotto quasi interamente da uve Glera, prodotto in due regioni italiane, come menzionato prima, in Veneto ed in Friuli.

Queste uve regalano caratteristici sentori primari alle nostre bollicine, tipiche del varietale, in primis troviamo fiori bianchi, pera, mela e frutta con nocciolo. Il perlage invece è composto da bollicine fini ed eleganti. Troverete nei vostri studi -come potete immaginare questi studi richiederanno molta pratica, dunque un numero interessante di “assaggi” – che il Prosecco di grande qualità può presentare note gustative che ricordano la nocciola, la vaniglia, banana, frutti tropicali e crema.

I vini prodotti con Metodo Martinotti, come il Prosecco DOC, richiedono tempi ridotti rispetto ai vini che usano il Metodo Classico.

Detto questo potreste pensare che un metodo o bottiglia sia dunque superiore all’altra, ma non siamo d’accordo, sono semplicemente due tipologie molto diverse di vino. Il metodo Martinotti produce un vino più leggero, fresco e giovane, pensato per essere degustato ain leggerezza. In effetti il Prosecco non è pensato per “invecchiare” è un vino dal pronto consumo, da bere in un paio d’anni.

Abbiamo parlato molto di metodi, vi starete probabilmente chiedendo come si fa, davvero, a spumantizzare un vino bianco fermo?

Come dicevamo poche righe più su, il metodo che si usa per produrre il Prosecco prevede l’uso di autoclavi e si chiama Charmat-Martinotti. Questo metodo è diverso da “Méthode Champenoise” che è il metodo di produzione dello Champagne, anche chiamato Metodo Classico.

In questa velocissima lista vi spiegheremo le tappe della produzione della bottiglia di Prosecco DOC che immaginiamo ormai abbiate aperto.

Adesso che la parte da studiosi è finita, passiamo a una domanda fondamentale: che cibi posso abbinare al mio Prosecco?